LIVE
Mercoledì 10 giugno 2015 Dalle ore 18
Presentazione del nuovo album,
Libreria Feltrinelli, via Farini, Parma
A seguire, ore 22,
concerto alla Giovane Italia,
via Kennedy, Parma
Libreria Feltrinelli + Giovane Italia
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Venerdì 1 maggio 2015 Dalle ore 15
ManìnBlù al 1° Maggio con la Rigoletto Records
Festival Rock di Traversetolo
Traversetolo (Pr)
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Domenica 26 aprile 2015 Ore 21.30
ManìnBlù acustico al Ratafià
Un sinuoso viaggio nella musica d'autore mediopadana
Ratafià, Via Oradour, Parma
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SINGOLO DEL MESE
PUNTI VENDITA
ManìnBlù si può trovare a: vedi mappa
Parma, Music Mille, Viale dei Mille 88
Parma, Davoli Hi Fi Music Center, Via Tartini 3
Colorno (PR), Libreria Panciroli, Piazza Garibaldi (Reggia)
Fidenza (PR), DJ70, Via Gramsci 24
Salsomaggiore (PR), Sweet Music, Via Parma 33
Reggio Emilia, Tosi Dischi, Via Emilia S. Pietro 45/d
Reggio Emilia, 8Ball Records, Via Emilia S. Pietro 54
Sant'Ilario d'Enza (RE), Mariposa, Piazza Repubblica (grattacielo)
Scandiano (RE), Asbury Park, Via Mazzini 24
Piacenza, Alphaville, Piazza Tempio
Fiorenzuola (PC), Casa del disco, Via Roma 18/G
Modena, Max Records, Via Voltone 11
ManìnBlù si può ricevere per posta
a un prezzo contenuto (10 euro) + spese spedizione
Scrivere a maninblu_box@yahoo.it
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MANÌNBLÙ COLLECTION: 2002 - 2012
Dieci anni e non sentirli... abbiamo scelto alcune tra le
nostre canzoni che riteniamo più significative, in sequenza artistica più che cronologica.
Puoi richiedere il cd direttamente alla nostra mail maninblu_box@yahoo.it o su FB
Visita la sezione dedicata al decennale!
IL NUOVO ALBUM: MANÌNBLÙ
“ManìnBlù” è un album concepito tra il 2008 e il 2010. Registrato e autoprodotto nel 2011, contiene 11 canzoni, undici storie che agiscono nel microcosmo di provincia, per incidere più a fondo nell’immaginario.
E’ il caso di Gianguido Brumazzi, personaggio emblematico, sospettato creatore di nebbia, malmostoso abitante della bassa, sempre in preda a rabbia e visioni poetiche. Oppure del “Re minore” che si aggira in città tra i suoi residui di potere.
O ancora di Jef Bryant (storia vera), studente alla scuola di cucina internazionale, che sparisce per andare nella legione straniera, per poi essere espulso anche da quella per intemperanze. O, infine, delle due maglie “Giallo rosa” che Marco Pantani indossò nel 1998 prima di calarsi nel tunnel che lo ha condotto verso una tragica fine. Storie vere o verosimili… quanti “Delitti di provincia” accadono sulla linea di confine che ci separa dal nostro eterno “Messico”?
Il sound, pur rimanendo nel solco della musica d’autore italiana (“Sirena boreale”, “Alla mattina…”), è robusto e rielabora in chiave originale il rock, folk e blues americano (“Jef e la legione”, “Io & Francesco”).
Non manca il gusto pop - “A una passante”, “La stanza del pescatore” - letto in ottica trasversale ai generi più che commerciale.
“ManìnBlù” è dunque sia il nome dell’album, che del progetto musicale, voluto da Alberto Padovani (cantautore), insieme ad Enrico Fava (pianista), nel 2002.
Uscire con un album “omonimo” è il segno di puntare sull’identità… Se ci fosse un disco della maturità
ManìnBlù - Canzoni
Mia dolce signora
in quale vita staremo insieme
a condividere le fragole?
Mia cara passante
in quale cielo c’incontreremo
sorridendo tra le nuvole?
Sarà di sabato o domenica
o di un giorno infinito?
Sarà di marzo o d’aprile
o di un’altra primavera?
Saremo in una via del centro
o su una rotta stellata?
Saremo solo carne ed ossa
o come ora, Sostanza di Sogni?
Mia ignota compagna
in quale veste ci rivedremo
a respirare un altro Sole?
Mia piccola cometa
in quale sogno si può avverare
una vita senza limite?
Una vita senza limite…
Sarà chi cura gli orti
a dirci che non siamo morti
Sarà una storia polverosa
a rivelarci ogni cosa
…ogni cosa
Camminavo per LA
Senza olivi intorno
Mi piaceva trascinarmi
Tra negozi e bimbe
Davvero non immaginavo
Di vederti nudo
Mio compagno di liceo
Tutto proteso ad arrampicarti
Sulla collina di Hollywood
Sulla collina di Hollywood
I Campi di lavanda a
Sud della Francia
Riescono a stordire i sensi
Agli ossessi danarosi
E riportarli a
Madonna povertà
Dalle piste di Montecarlo
Senza pentimento
Dalle piste di Montecarlo
Quasi ai 300
La tua sporca vecchia Assisi
Sembra un borgo in tiro
Anche tu ci sei
Di recente passato
E l’odore dei soldi
L’hai annusato
Ma come possiamo
Mio caro fratello
Riempire di dinamite
Il saio di un frate?
Riempire di vino nuovo
Il centro del cervello!!!
San Francesco Dio & io Ce la giochiamo
Questo briciolo di santità Che porto in dote
Questo pizzico di ingenuità Che mi fa vagare
Ancora quasi nudo Ancora quasi nuovo
Per queste strade Quasi nudo, quasi nuovo Per queste strade
LA VERA STORIA DI GIANGUIDO BRUMAZZI, CREATORE DI NEBBIA
Ora ti spiego come si fa la nebbia
Disse il gatto al bimbo insonne
Viene su piano, sulla tua terra piana
Come un invisibile castello di sabbia
Ora ti spiego chi costruisce la nebbia
Disse il gallo all’uomo coi baffi
Deve essere un tipo pieno di rabbia
So solo che si chiama Gianguido Brumazzi
Abita a Brescello A due dita dall’acqua
La sua casa è bassa Tra due argini alti
Usa una pentola di dimensioni giganti
Ci fa bollire dentro un po’ d’acqua
L’acqua che bolle sai emana vapore
L’acqua sicuramente è del Po
L’acqua bolle sempre giorno e notte
La nebbia invece cresce quando il sole cala
Sarà perché Gianguido odia quei momenti
in cui calando il sole più solo ti senti
in cui calando il sole più solo ti senti
Nessuno sa dove Gianguido Brumazzi
Nasconde la sua pentola stregata
Sicuramente è colpa anche dei magrebini
Andati ad abitare nella casa di fronte
Sarà come sarà ma sono proprio cazzi
Quando ti fai un argine sotto la nebbia
Ti servono degli angeli ad accompagnarti
Fuori dalla trappola. . . del Brumazzi
Fuori dalla pentola. . . del Brumazzi
Ora ti spiego come si fa la nebbia
Disse il gatto al bimbo insonne
Viene su piano
Sulla tua terra piana
Nonostante chiunque ormai, a Brescello, dopo la visita alle statue di Peppone e Don Camillo, chieda della casa del Brumazzi, potrebbe trattarsi, a dispetto del titolo, di una creatura fantastica
Re minore passeggia in città
Scettro spento fanali controvento
Il suo alfiere implora amore
Lui lo scambia per il solito favore
Sono in tanti a chiederlo
In troppi attorno al re minore
In tanti a chiederlo
In troppi attorno al Re
Chi mi vuole non sa quello che fa
Ma chi mi cerca sa quello che non ha
Per esempio quel vecchio artista
Per favore toglietelo dalla mia lista
Sono in tanti a non reggerlo più
E quanti anni attorno al blu
Dipinto di blu e e quanti inganni
In troppi a non reggerlo più
Re minore si è fatto un’altra notte
Fari accesi sulle reali rotte
“Capitano” “Comandi mio Signore”
Fammi arrivare tutto nelle mie vene
Sono in troppi a non provarci già più
In troppi a dire cosa fare
In troppi a non provarci già più
A dire cosa devi
Che cosa devi fare
Tu
La sua casa era così vicina al mare
Che Tino pescava i pesci direttamente dal davanzale
Passava i giorni nella sua stanza
Dormiva e pescava ed erano giorni di grande raccolta
La sua casa stava dritta in riva al fiume
E la sua stanza era piena di pesci, già di prima mattina
Li prendeva e li vendeva
Senza togliersi il pigiama
Nella sua camera c’era un mercato
E tanta gente che neanche in strada
Di gente che andava e comprava felice
il suo magico pesce
e La sua stanza era chiamata la stanza del pescatore
La sua stanza era la stanza del pescatore
Era di blu oltremare la stanza del pescatore
D.D.D.D.D.Day… D.D.D.D.D.Day…
La sua casa costruita in riva al lago
Era quasi una grande barca attraccata
Mentre Tino viaggiava di notte e al tramonto
Sentiva le voci lontane del porto
E gli piaceva pensare che al suo risveglio
Avrebbe avuto visite di donne e giovani del posto
e La sua stanza era chiamata la stanza del pescatore
Con un soffitto di stelle la stanza del pescatore
Con i coralli ai muri la stanza del pescatore
Non si seppe mai il segreto
E non si potè dare un divieto
Così Tino continuò a pescare per i lunghi anni a venire
Senza mai navigare
Ti cercherò
Sotto i pesci del mare
Brancolando sul fondo
Di un oceano surreale
Io ti guarderò
Mentre stai per partire
Senza farti un saluto
Dopo averti trovato
Non c’è logica alcuna
E non esiste rimedio
Il mio cuore è invaso
Dopo ogni tuo assedio
Mi ricordo quei giorni
Che passavo a contare
Migliaia di conchiglie
Perso sul litorale
Mentre ho alzato la testa
Un bagliore lontano
I tuoi occhi mi han tolto
Ogni altro pensiero
La tua verde coda
Sa di sale e lascia scie
Io ti seguo Sirena
Finché il sole le brilla
Ma tu mi lasci sperduto
Sopra il fondo del mare
Camminando su stelle
Di questo cielo abissale
E da più di vent’anni
Vivo senza respirare
Per seguirti tra gli scogli Mia Sirena boreale
Tu Regina degli inganni Mia Sirena boreale
Tu Sirena
ALLA MATTINA UNA BALLATA D’AMORE NELLA VALLE VA (AMUBNVV)
Alla mattina una ballata d’amore s’alza e va
S’accende il pick up nella vallata si sente il suo rumore
Che fa sorridere Martina mentre fa colazione
Che fa incazzare Pietro che cerca l’ispirazione
Alla mattina la gente è buona come da copione
S’accende un sole nella vallata così forte da fare male
Gli occhi della ragazza restano trapanati & trasparenti
Gli occhiali da sole sono un’invenzione da malcontenti
e gira un vento che viene da dove non sai
senti un suono che sale
Alla mattina una canzone di vero amore sembra possibile
Prima di accogliere l’orrore in questa valle di discariche
Gli appuntamenti si accavallano e va tutto a puttane
Anche il dentista ti accompagna fino alle lacrime
Ma alla mattina il tuo pescatore di fiducia ti mostra la verità
Prima che sia incartata sopra un foglio di giornale
I candidati si combattono ma questa è la vita
Anche il tuo amico migliore ha già incontrato il suo gallo nuovo
e torna un vento cattivo da dove tu sai
senti il dolore che scende
e torna un tempo cattivo quello che tu sai
senti la rabbia che sale
Parlo di una notte saldata in dura terra scura
Canto di un amore scavato
nel solco della passione
Parlo di una guerra, tra i sensi dispersI
e la ragione
Scrivo di un delitto tremenda fine di
un uomo distratto
Hey sorella usura
Sei tu, Sei tu, Sei tu
che haI ucciso la sua anima
Ah Hey sorella usura
Sei tu, Sei tu, Sei tu, che hai ucciso la sua anima
Molto prima e ben di più Molto prima e ben di più Molto prima e ben di più
di quella notte blu
Siamo noi, Siamo noi poliziotti di noi stessi
A lasciarlo annegare affondare arretrare
Sfondato da un colpo secco.
Traffico, traffico, traffico
non ce n'è, non ce n’è in questa provincia
Gente che si sveglia, si addormenta e sempre uguale
…sempre uguale ricomincia
Siamo noi, Siamo noi assistenti asociali
a far passare i vostri pensieri criminali
Siamo noi, Siamo noi poliziotti di noi stessi
A lasciarlo annegare affondare arretrare… sfondato
Parlo di una notte Saldata in dura terra scura Scrivo di un delitto perfetto
x trafiletto + foto = Pezzo da provincia Punto all’apertura
miro premo sul grilletto Colpo calcolato Conto saldato
Fai buon viaggio straniero
Strano viaggio il tuo
Com’è strano
Il viaggio di ogni uomo
Chi si arruola non va a scuola
E più compiti non ha
Ogni attimo è in missione
Ma per conto di chissà
Chissà chi l’ha spinto avanti
Quel dannato yankee
Chissà chi gli ha tolto
La padella dalla brace
Chi sparisce dalla vista
Non porta una colpa
ma Chi sparisce dalla vita
Deve dare conto
Chissà quanti conti aperti
Lui non chiuderà
Chissà quante pentole
ma Senza più coperchi
Fai buon viaggio straniero
Strano viaggio il tuo
Com’è strano
Il viaggio di ogni uomo
Buon viaggio straniero
Strano mondo il tuo
Com’è strana
Questa notte americana
Chi si perde non ha scampo né più libertà
ma Chi si chiude non ha senso né si salverà
Chissà quale Dio ti chiama
Dentro una legione
Sarà quello di Abramo
Oppure il padre di un coglione
Fai buon viaggio straniero
Strano viaggio il tuo
Com’è strano
Il viaggio di ogni uomo
Buon viaggio straniero
Strano mondo il tuo
Com’è strana
Questa notte sahariana
Chi rimane qui di sera Viene quaggiù a bere
Chi si ferma è benvenuto Per lui c’è un bicchiere
Ma la vita
è su una rotta che non indovini
Con il tuo fucile in mano
Il tuo vangelo e la ricetta… che preferivi
Jef Bryant, regolarmente iscritto all’ALMA, Scuola Internazionale di Cucina Italiana con sede in Colorno (PR), sparisce improvvisamente il 24/10/2007. Dopo diverse puntate di “Chi l’ha visto”, viene avvistato nella Legione Straniera, dalla quale viene espulso dopo pochi mesi per intemperanze… Nessuno ha denunciato altre scomparse in seguito.
Pirata rosa la rosa ti ha illuso
La rosa ti ha fottuto
Al tramonto delle rose
Pirata falco pirata gabbiano
Ieri all’assalto irridevi l’asfalto e il futuro
Oggi ingabbiati tra il grigio ed il nero
Pirata giallo il giallo ti ha esaltato
Il giallo ti ha intrippato
Nel vortice giallo finale
Pirata in terra di pirati
Paesi rovesciati dal boom del solleone
Sanguigni slavati anarchici e massificati
Pirata abbandonato
Dai suoi e da tutti intorno
L’orgoglio ferito mentre avanza il muto giorno
Se n’era già andato
Su un vascello stregato
Verso un porto remoto
Lasciando i falsi fasti gli altari floreali
Agli ignoti spettatori di Rimini
Rimini
Pirata giallo il giallo ti ha esaltato
Il giallo ti ha intrippato
Nel vortice giallo finale
Pirata rosa la rosa ti ha illuso
La rosa ti ha fottuto
Al tramonto delle rose
Marco Pantani viene trovato senza vita al Residence “Le Rose” di Rimini il 14/02/2004
Tu cowboy stanco hai solo 30 anni e pensi che sia già finita
Hai in odio tutto il branco e sai che ognuno nel branco
Ha una taglia a tua misura
E tutte quelle Signore hanno paura
Ad uscire con te
Tra tutte quelle non c’è
Quella che ti è piaciuta
Se n’è andata senza un perché
C’è sempre il Messico La tua via d’uscita
C’è sempre un Messico là oltre il fiume
C’è sempre il Messico e una nuova amica
Di là dal fiume… E’ tutta un’altra vita
Tu giovane straniero nativo senza un lavoro tu pensi che sia già finita
Hai in odio tutto quanto e tutto sai t’ignora
Se non ci stai dentro la misura
E tutte quelle aziende non sanno che farsene
Della tua fantasia
Tra tutta quella gente non vedi una cosa
Che ti fa dire, ti fa pensare… “Questa è casa mia”
C’è sempre il Messico La tua via d’uscita
C’è sempre un Messico là oltre il fiume
C’è sempre il Messico e una festa antica
Di là dal fiume… è tutta un’altra vita
Tu cowboy stanco hai solo 20 anni e pensi che sia già finita
La tua città fantasma la pompa di benzina
Il tuo sguardo sbieco, che indovina…
C’è sempre il Messico La tua via d’uscita
C’è sempre un Messico là oltre il fiume
C’è sempre il Messico e una nuova amica
Di là dal fiume a curare quell’eterna ferita
Di là dal fiume… è tutta un’altra vita
Messico è l’appellativo con cui viene definito, in gergo locale, l’Oltrepo casalasco, qui rivisitato metaforicamente in chiave piuttosto universale
BIOGRAFIA
ManìnBlù - I COMPONENTI
Alberto Padovani: voce, chitarra, armonica, testi&musiche
Enrico Fava: piano, tastiere
Michele Manfredi: basso elettrico, voce
Emilio Vicari: chitarra elettrica e acustica, voce
Marco Ronchini: batteria
Sara Chiussi: voce, percussioni
ManìnBlù è un collettivo di musicisti, che nasce nel 2002, e propone canzoni originali, scritte da Alberto Padovani, cantautore e chitarrista di Colorno (Pr), ed elaborate in gruppo, con il valore aggiunto di una band che fa dei concerti il punto di maggiore impatto emozionale.
E’ uscito nel giugno 2011 il nuovo album, semplicemente intitolato “ManìnBlù”: 11 storie di provincia, sorrette da una robusta musica d’autore che dialoga con il rock, il folk e il blues…
Prodotto editorialmente da Edicta, dal punto di vista artistico è un’autoproduzione, in collaborazione con il tecnico del suono Giovanni Pigino. Ospite d’eccezione, Helder Stefanini alla batteria.
ManìnBlù sta proponendo concerti dal vivo per promuovere le nuove canzoni, insieme ai “classici” di “Astrofolk”.
E’ in previsione un concerto per teatri e auditorium.
Per info maninblu_box@yahoo.it
DISCOGRAFIA
2002 – Fuori_Orario_Live_20_02_2002
2003 – This Grande Nuit
2007 – Astrofolk (Edicta)
2011 – ManìnBlù (Edicta)
2012 – Canzoni di merda (CdM) [Bside project]
2012 – ManìnBlù – The Collection 2002-2012
Presto sarà possibile ascoltare online i brani dei vecchi album e saranno disponibili i testi!
POESIE
CHITARRA DISTESA
Così gli uomini si prendono
e si portano in valle Aurora
prima che il tempo scatti.
Non ci sono segni
Sulla radura
Chitarra distesa
Ogni corda un’avventura
Nel cuore solo un poco
almeno un poco di
paura
SALE IL TEMPO ( 1° marzo '95)
Sale il tempo\ si sente, fresco e lontano\ in questo campo\ un fruscio di mare
Non c'è peso da portare\ ne spina dolorosa \ nei miei pensieri
Ecco il vento\ agita i papaveri\ in mezzo a quel grano
Mentre la rosa\ nel giardino fiorito\ è un fermo incanto, in questo ieri
La nostra e mia croce\ non è rito\ ma di un sollevato canto\ si fa
voce
ROGO ROSA
M’immergo con te ai boboli
in un pomeriggio da cartolina
Vorrei essere un po’ meno turistico
e molto più intimo a te
Vorrei salire la tua collina segreta
Fino al punto dove il sangue si scioglie
Accadono ancora i miracoli
in piazza erbe
e tornano le dolci eresie
A campo dei fiori
io e te e i pollini di primavera
Cosa di più eretico
Bambina mia?
Sarei propenso a dichiararmi tale
Lasciandomi arrivare addosso
il rogo rosa di una passione a primavera
Che si fa porpora a sera
e affronta il triduo pasquale
immolandosi
Per ritornare
Leggera
MINIMALE PRIMOTEMPO
Vedo un culo in jeans
è Primavera
Ma non è la cosa in sé
che me lo svela
Un sussulto dritto
all’anima
Una vela
dispiegata
in partenza
Rotta diretta
All’essenza
DYLAN DOG A SABBIONETA
La piazza è ferma
Non si muove da quando
Il Vespasiano l’ha fatta costruire
Anzi da quando il suo cervello
Metafissato l’ha pensata
Capolavoro di Metafisica
Per paesani… Bell’affare
Pomodori da sugo
Sangue da scena
Cuore di bue in offerta
Spappolato in un vicolo
Cazzo che grande idea
Per il nostro videooo!!!
L’antiquario è sicuramente
Un assassino, probabilmente un Carnefice
con il culto segreto di Hitler
e quello palese del Duce
Cercate le carcasse, cercatele
Cercate le carcasse
Dentro le armature medievali
Lì dentro marcisce quel che resta
Dei corpi degli investigatori
Dei fetidi resti degli inquisitoi
E non sono pomodori da sugo
E non è cuore di bue
Non è vino tinto e
Non è rosso finto quello che
Hanno fatto scorrere a frotte
Nella fogna, quella notte
In cui luna ispirava Sabbioneta
I suoi gelidi vicoli
e i suoi abitanti
Vampiri bassolombardi
Tutto questo Dylan lo sa
O presto lo scoprirà di certo
Ma ora lascialo tranquillo y misterico
Lungo la Galleria dei Gonzaga
Si sente a casa sua
Rapito dalla storia
Ha messo in stand by
Il suo fiuto da Cane
Dylan, rapito da una storia
SACRO CUORE e SIGARETTE
Fumo nell’androne
della mia infelicità
Salsa di mirtilli e succo
di dolore
Stilla dal mio scuro
Cuore
Senza Musica
Stucchi barocchi
Sollevano gli sguardi
Degli assenti seduti
Nessuna traccia
di assemblea
Il sogno malato
di un principe prevale
sul senso del tempo
Sacro cuore e Sigarette
un incontro serale
sul suolo santuariale
La tua anima è bianca
Come cupola
Arca è il tuo Spirito
Cosmico capiente
Solitario non è il nome
di chi ha casa
nel cielo comune
Se lo vedi silente
per via di borgo
E’ un respirare
che si prende
per dono
Un cammino muto
dialogante col suono di un sogno
presente
D’ESISTENZA
E’ bianca la pioggia
e lattice il cielo
Tu mi chiedi una verità
Più forte di questo squallore
Una panacea
Una pillola di vangelo
Io ti rispondo, Fede
Ma quando la smetti
di appaltarmi gli ideali
Piallata, la materia
di cui siamo
Ogni tanto
viene piallata
E assistiamo
al disastro
di una brutta lezione
È matematica
dell’esistenza
E’ rasa la tabula
E’ rosa la tenebra, ora
E’ un cupo calcolo
in dissolvenza
OVENDS
Dentro la strada lunga immutabile
Vedi un’ombra avanzare
Lenta, o, alla velocità di un missile
Poco importa, stasera.
Lungo la via smisurata
Dello stesso colore dell’inchiostro
Dolce o tragica contingenza
Poco importa, bambina.
Nel cammino sordo militare
Vedi un altro soldato avanzare
Col vessillo sbrandellato o una fiera bandiera
Poco importa, Destino.
E’ tutta una trafila
Di perdenti alla vita
In coda per la grande
Sconfitta
Non uno, non uno di loro
Sa voltarsi
O cambiare rotta
Non un ladro di fuoco
Può rubare un’oncia di salvezza
Non uno, non uno di noi
può voltarsi o volgere gli occhi
All’insù, in cerca
di una speciale grazia, di un sogno immenso, di un Cristo Redentore
Che l’amore, quella Magnifica Bestia Gloriosa
Che tutti, ma davvero tutti
Cercano di cantare
Beh, l’amore ora muore
A UN CUPIDO STANCO
Mio celebre Cupido ferito
Stai lì nel limbo
E sei sfrecciato
In ardente anticipo
La tua prima vera missione
Già è sfiorita tristemente
Bella posa
Di rosa avvinta
Mitico Cupido
Nel quadro classico
La mela è rossa
Ma il sangue secco
Ti restino le spine
In un fianco e l’arco
Senza parabole da vendere ormai
Telefona a un semidio
Ben fornito, se hai credito
E chiedigli una compilation
Di musiche leggere, a lenire
Il tuo scoramento
Mio Cupido scornato
La Valle è ampia
E non temere
Se il giorno scende
Sulla tua ombra
Facendoti simile
A un satiro suonato
Il cuore degli Dèi
Sarà sempre così inquinato
Da offrirti su piatti d’argento
Nuovi giorni ruggenti
Mio celebre Cupido
IN SEMENZA
Lasciato andare in semenza
Il campo ha assunto
Un giallo selvaggio
Da far felice un Van Gogh
Di passaggio _ ma è maggio
E non mi puoi ingannare
Ancora al sole
Con uno svelto gioco _ di parole
Scende una sera
Piena di palpiti
E non ancora
Di zanzare _ Scegli tu
L’ora più adatta
Per telefonare
Starò vicino alla cornetta
Anzi, terrò _ acceso
Il mio cellulare _ a notte
Come una luce di lampare
Terrò _ incollato il mio
Orecchio alla conchiglia
Per sognare di nuovo
Il MARE _ e _ passerà
Lieto il mio tempo
Ad osservare
La forma incostante
e perfetta
Del nostro _ AMORE
VIA VENEZIA
Ricordi Rialto
A sera,
la prima sera
Si correva
abbracciati
tra i mercati
Che sapeva di noi
la gente
che ci guardava
Sottile invidia
Noi sorridenti
Che bruciavamo
gli spazi
e potevamo
Tutto
Ci distingue
dagli altri animali
La memoria
del cuore
E non è nostalgia
che fa male
Sapere da dove viene
il tuo sorriso
Oggi
E quante strade
Hai attraversato
Di giorni e di notti
Per arrivare qui
Non a caso
Per un breve
Quasi miracoloso
normale
saluto
Hai davanti
Il protagonista
Di un benedetto
Lungo addio
Se fermi il tuo sguardo
Qualche solco
Riaffiora
Nel sorriso
Ricordo luci
e ombre lontane
l’ultima sera
finita a mare
Si restava
attoniti
su un tavolo
dimenticato
Il tempo cancella
i sapori
ma è buono
se sai ascoltare
Basta lasciarsi
Andare
Appoggiati
A un cuscino
E ricordare
Quel giorno
Su quel vecchio
Battello
Tra i baci rubati
e nascosti
ai passeggeri
sudato, disperato
Come la mia
paura di perderti
come si vede
un treno aspettato
senza frenata
veloce transitare
o la voglia di tuffarsi
quel mattino
infinito
su una neve
a giocare
bambini spettinati
E non è malinconia
a condurre le danze
quando ritorna
la voglia di ridere
Non è il volere
Vedere un film
Già visto
La grazia di un ritorno
La forza di un amore
Sommerso
LA LOGICA DELL’AMANTE
La logica dell’amante
È qualcosa che odiavi
Quando stavi al liceo
Ma oggi che sei
L’amante _ devi ammettere
Che ogni logica ha un senso
E se non ci fosse _ un’Amante
La si dovrebbe _ inventare
Insieme alla buona vita
Al vino che ora bevi
Al teatro delle sere di sogno
Insieme a me _ che ti porto
in un luogo chiamato
Albergo _ delle amanti tristi
Non si compera la tristezza
a rate
Non si acquista sensualità
Senza
il
rito
raccapricciante
del tradimento
che si perpetua
per essere quaggiù
Ancora _ come amanti
Da Parigi ti chiamano
Disegnate in eserciti
Vite dissolute
le chiamano
i biografi inesperti
Io so solo che ho te
Mia fedele disonesta
degustatrice di miele
e di marmellate erotiche
in cui ci lasci
Il naso oltre la lingua
Che porteremo avanti
Oltre questi incontri
Passeggiando su un ponte
Di città _ potrei
Divagare da foce
a sorgente
e viceversa
Ma non mi arrendo
all’evidenza
di uno sbaglio
Che la logica dell’amante
è di adorare
Un solo
Abbaglio
POMERIGGIO IN PIEMONTE
Guardo il limite della foresta
e fumo diana
in questo improbabile
pomeriggio
pasquale
Un treno fischia da lontano
come in un racconto
d’infanzia
una marcetta militare
per gioco
Passa e procede
a vista d’uomo
Alla faccia
dell’alta velocità
Questo Piemonte
trova nella lentezza
una marcia
Superiore
La Francia ci parla
Guarda un poco su
Ne senti l’eco
Coi francesi
ci scambiamo
il pane e le botte
da buoni fratelli
Ci scambiamo carte
Famiglie e castelli
Giochiamo ai lupi
e agli Agnelli
Cambiando il ruolo
e mantenendo il rango
Tenendoci stretta
la parte più dolce
di un pomeriggio
savoiardo
E abbiamo una collana stupenda
Cinta ai fianchi di Torino
Le punte bianche
i suoi Diamanti
Non ci chiedere di più
Di questo da immaginare
Non ci chiedere di salpare
Non vedi che
Non è una città
Di mare
GLI ARCHI DI ROMA
Sarà lo sfavillare
delle ragazze
raccolte e sparse
a sciame
Saranno i lunghi viali
Battezzati per l’eternità
O l’eloquio dei Latini, che
Ancora ci fanno scuola
Tra gli archi di Roma
mi ci perdo in pieno giorno
Tra gli archi
Di Roma
Il nostro destino
Il suo sigillo
immemore
Saranno gli echi di pastori
nel frastuono di viale Argentina
Sarà quell’assoluta perfezione
a farti venire così, in piena mattina
O quel sole obliquo
a dischiudere
i tuoi più reconditi
sentimenti
in modo permanente
fino alla resa più dolce e atroce
Ma gli archi di Roma
Restano col loro suono
Gli archi di Roma
Riempiono i tuoi mondi
Con l’altero loro
Marmoreo vuoto
Ascolta figlio
Ascolta la storia
Ancora un poco
Ascolta l’ultima tua
preghiera
Ti fanno fuori
a Campo dei Fiori
Alle cinque di questo
Pomeriggio
Prima dei Vespri
Sarai consegnato
All’eterno
come bruno ricordo
di un altro tempo
Sei già
Passato
Sei solo
da spargere
su prato incolto
Tra gli archi di Roma
Ti vedo vivo _ ora
in pieno giorno
Tra gli archi
Di Roma
Il nostro destino
Il suo sigillo
Dea
La tua semente d’oriente
Il tuo maggio imminente
La tua serra aperta la notte
Il tuo mite giardino cittadino
La tua orchidea Ora la mia
Mia piccola Dea
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CdM - Canzoni di merda
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(breve storia di un cattocamionista atroce)
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• L’ultima spiaggia di Palmiro
(o del partito democrato)
CdM Staff
Pat O’Wayne
testi&musiche, voce, chitarre acustiche perlopiù,
ma elettriche in “Jimmy” e “L’ultima spiaggia”.
Red De Prospero
chitarre abbellenti quà e là, vieppiù acustiche, ma
elettriche in “4/2/2004” e “Finito in vacanza”.
Eric McFéiv
piano in “4/2/2004”, per gentile concessione
demaniale.
Joe Pigy O’ Core
registrazione mix e masterino.
Francis Scott O’ Neill
Mac in “Jimmy” e “L’ultima spiaggia”
CdM notes
* Nel 2000 gli Stati Uniti, ovvero il mondo, per 35 lunghissimi giorni rimasero senza Presidente…
Alla fine, grazie a presumibili brogli in Florida (il governatore era il fratellino), la spuntò George doppiovù Bush su Al Gore, e conseguentemente i
cazzi acidi furono tutti nostri… Un gran brutto modo di iniziare il millennio, peggiorato dall’attacco alle torri gemelle del successivo 11/09/2001.
La declinazione italica dei fatti necessitava il ricorso alla metafora pallonara.
CdM è stato definito da Rolling Stone USA “A very merry ManìnBlù B-side project for your Christmas”...
David Letterman da parte sua conferma. In Italia nessuno si è ancora pronunciato in merito. Comunque, come si vede in copertina, “i ragazzi stanno tutti bene”!
Il singolo del mese: Viaggio Verso lo Spareggio
Abbiamo giornate di pioggia
aperture di credito
sportelli in faccia, abbiamo
capito poco nel merito (e del merito)
Abbiamo viaggi in autostrade
passaggi di casello
porte aperte d'emergenza, abbiamo
cieli a dirci... che bello!
Moneta non ho moneta
finita la moneta
Dammi la tua scheda presto
Fai alzare la sbarra
Facci fuggire
Fuggire dove
Abbiamo una scorta di sogni
da scartare senza colpa
e bistecche di gran vita, abbiamo
da gustarne la gran polpa
Abbiamo un custode al cimitero
chiusure di locali
donne senza più pazienza, abbiamo
perso ma non dirlo, perciò
Segna presto, in contropiede
taci e cacciala dentro... cazzo!
O fammi sognare presto, presto
Che noi presto vinceremo
e noi in fondo vinceremo
e noi tutti vinceremo,
lo spareggio col destino
Che noi presto vinceremo
e noi folli vinceremo
e noi tutti vinceremo,
lo spareggio col destino
Che noi presto vinceremo
grande stirpe di perdenti
e noi infine vinceremo,
lo spareggio col destino
Che noi presto vinceremo
e noi in fondo vinceremo
e noi tutti vinceremo,
lo spareggio col destino
Che noi presto vinceremo
e noi folli vinceremo
che noi tutti vinceremo,
lo spareggio col destino
Che noi presto vinceremo
e noi tutti vinceremo,
sì noi infine vinceremo,
lo spareggio col destino
MANÌNBLÙ COLLECTION: 2002 - 2012
POSTAZIONI MEDIOPADANE